Il blogghetto dello zio _dave_

Corso di disegno / 1

La prenderò alla lontana.

Tanti anni fa, io e l’amico G.S. decidemmo di seguire un corso di fumetto. Il corso era chiaramente amatoriale, tant’è che si teneva presso un centro di discipline olistiche. Sulla competenza dell’insegnante poteva essere legittimo nutrire dei dubbi, specie quando la direttrice ci disse che era suo fratello. Dico la verità: mi immaginai che di lì a poco avremmo visto entrare un adolescente brufoloso con la maglietta dell’Uomo Ragno e tonnellate di fanzine che spuntavano da uno zaino Invicta.

E quanto mi sbagliavo. Ad entrare, infatti, fu nientemeno che GiPi! Allora era ancora sconosciuto ai più, ma di lì a poco sarebbe diventato una star internazionale del fumetto.

◊ ♦ ◊

Il povero GiPi, per quanto persona umilissima e alla mano, si rese però subito conto del materiale umano che aveva a disposizione — pertanto l’attenzione del corso si spostò molto velocemente dal fumetto al disegno tout court.

Fu in quella occasione che venni a conoscenza del libro “Disegnare con la parte destra del cervello”. L’autrice, tale Betty Edwards, dopo una lunga esperienza di insegnamento, si rese conto del fatto che la gente in genere disegna male non tanto per mancanza di talento o di mano, ma perché si lascia guidare dalla propria parte analitica.

Nel disegno dal vivo, per dire, ci viene spontaneo scomporre l’immagine semanticamente: quella è una casa, quella è una persona, quello è un albero. La mano, quindi, non riceve più l’istruzione “disegna le forme che stai vedendo”, ma “disegna un albero, poi disegna una casa”, e si lascia fatalmente condizionare dalla nostra visione stereotipata ed idealizzata degli oggetti in questione.

Per farla breve, mi era sempre rimasta la curiosità di leggere questo famoso libro e finalmente qualche settimana fa mi sono tolto lo sfizio e me lo sono comprato. Ecco l’autoritratto allo specchio che ho fatto come primo esercizio:

Autoritratto allo specchio

A dire il vero era richiesto anche un ritratto da fare a memoria ma lì il risultato è stato ben peggiore, per cui ve lo risparmio. La povera Elisa non ne usciva bene… ma spero di potermi rifare più avanti, il libro l’ho appena cominciato!

(continua… prima o poi)