Il blogghetto dello zio _dave_

Il club Duvet

A proposito di differenze culturali: è noto che nel nordeuropa il piumone non si rincalza bensì lo si insacca in uno speciale lenzuolo e lo si adagia placidamente sopra il letto.

Il mio letto attuale

Il principale punto a favore è che fare il letto diventa un non-problema, un’operazione risolvibile con un abile gesto di mano in una frazione di secondo. Et voilà!

Questo mi rende felice anche se contrasta con l’antica religione del letto rincalzato, tramandatami per via materna, che richiede una lunga e laboriosa procedura per sigillare il letto in una sorta di sottovuoto, teso a rendere masochisticamente faticoso ricavarsi uno spiraglio fra gli strati per andare a dormire. Ma almeno non ti geli i piedi.

Chi usa il letto come discarica, invece, potrebbe farsi qualche problema dato che la parte superiore del letto è in fondo topologicamente la stessa superficie con cui si è a contatto mentre si dorme. E poggiare le cose sulle lenzuola è notoriamente Male.

Quello che mi affascina però è che qui la terminologia del bedding è molto standardizzata, anche se oscura per i non iniziati.

Intanto il “piumone che si appoggia” si chiama duvet quilt o duvet per gli amici. Se volete sapere quanto caldo vi terrà un certo duvet, dovete consultare il suo tog rating — sì, esiste un’unità di misura apposita.

La vera sfida sono le lenzuola. Sulle confezioni ovviamente trovate solo frasi come duvet cover set, perché spiegare che ti stanno vendendo il sacco con le federe costa troppo inchiostro. Poi ti vendono separatamente le fitted sheets, che sarebbero le lenzuola con gli angoli, ma attenzione agli sheet set se non volete trovarvi con le federe doppione.

Un’unica confezione che contenga lenzuolo, sacco e federe dev’essere un’idea geniale a cui nessuno ha ancora pensato.

E infine, occhio: il double bed, diffusissimo, è il nostro letto ad una piazza e mezzo, mentre il nostro matrimoniale è una via di mezzo fra il king size e il super king size.