Il blogghetto dello zio _dave_

Io, novello Chichibio

Ti immagini un ricercatore come una persona completamente avulsa dalla realtà, con la testa fra le nuvole, rinchiusa a doppia mandata nella sua torre d’avorio, beatamente all’oscuro del mondo circostante. E non è che ci vai lontano.

Tuttavia la vita è strana e in questi ultimi anni, per vie traverse, ho avuto di tanto in tanto la possibilità di entrare in contatto con il fantastico mondo, piuttosto poco astratto, della movimentazione merci. Ho visto catene di imballaggio, visitato enormi magazzini ultra-tecnologici — e sono perfino finito in una surreale Fiera della Logistica, dove ragazze in mise succinta promuovevano carrelli elevatori.

Tutte esperienze che — quale in un verso, quale nell’altro — mi hanno fatto riflettere molto.

L’apice di questo percorso però l’ho raggiunto pochi giorni fa quando, un po’ a sorpresa, ho avuto la possibilità di manovrare il mezzo più grande che mi capiterà mai di avere fra le mani, un bestio alto 60 metri, e cioè una gru, ma di quelle anche capaci — dio ci perdoni — di muoversi su gomma all’interno del piazzale. Anche solo assistere a questa manovra mi ha fatto venire quel che di strizza, perché è come essere a bordo di un camion la cui cabina è a 20 metri dal suolo.

Non perdetevi il breve fotoracconto di questa esperienza:

La gru
La gru — Una gru mobile, manufatto umano di cui fino a pochi mesi fa ignoravo l’esistenza stessa.
Braccia tolte alla movimentazione merci
Braccia tolte alla movimentazione merci — No, quello non è un volto sfigurato dalla tensione, ma è la faccia di chi si rende conto all’improvviso che la sua strada era la movimentazione merci. Fortunatamente per gli istituti assicurativi, non è andata così.
Tentazione
Tentazione — Il potere obnubila la mente. Il desiderio di agguantare quei treni con la benna e brandirli per aria è stato forte. Se solo fossi stato sicuro di riuscirci, avrei affrontato con soddisfazione i conseguenti anni di galera.
Dall'alto
Dall’alto — Un vetro scarsamente pulito aiuta chi, come me, teme un po’ l’altezza.
Dirty job
Dirty job — È un lavoro sporco ma qualcuno deve pur farlo. Caricarsi cioè tonnellate di ghiaino sul groppone. Guardate qui quanto sono bravo.

Nota: i commenti che non trasudano invidia saranno ritenuti non sinceri.