Domenica mattina come spesso accade abbiamo preso l’autobus per andare verso il centro. Tutto procedeva come al solito, quando all’improvviso l’autista si è fermato e ha spento il motore.
Ora — è vero che gli autobus sono talmente frequenti che a volte si accavallano, per cui devono fermarsi per “regolare il servizio”. Però normalmente lo annunciano e lo fanno nei pressi di una fermata. Qui invece eravamo in mezzo ad una strada a scorrimento veloce, precisamente sotto un viadotto noto come “ponte dei suicidi”, e per di più in cima ad una lunga discesa.
Tutto questo già in condizioni normali ci avrebbe fatto inarcare un sopracciglio. Senonché il caso aveva voluto che per una volta ci fossimo seduti non già al piano di sopra, come facciamo di solito, bensì ai primi posti del piano di sotto, e cioè gli unici in cui è possibile vedere l’autista, altrimenti nascosto alla vista perché chiuso nella sua cabina.
Ed è per questo che solo noi in tutto l’autobus ci accorgiamo con sgomento che l’autista — un ragazzo dall’aria determinata — spento il motore, si toglie il cartellino, si fa il segno della croce e con un piglio serio si mette in atteggiamento di preghiera.
Cose strane in una grande città le vedi spesso. Anche stavolta sei convinto che ci sia una spiegazione logica per tutto ciò… vediamo, siamo sotto il ponte dei suicidi, forse l’autista sta omaggiando qualche persona recentemente scomparsa? Ma così, fermando un autobus in servizio di sua iniziativa? Forse siamo fermi per regolare il servizio, come al solito, e un autista particolarmente pio ne approfitta per la preghiera?
Però nel disordine dei pensieri si fa strada la sgradevole sensazione di essere prigionieri a bordo di una scatola di latta capitanata da una persona che mette alcuni suoi interessi spirituali davanti ai doveri lavorativi… si è pure tolto il cartellino, un gesto simbolico dai risvolti inquietanti! … che sia un estremista religioso? E cosa stiamo aspettando, esattamente? Forse che succeda qualcosa nei paraggi? O altrove? O peggio ancora, il tizio si sta preparando a qualche grave azione? Siamo in cima ad una discesa, sotto il ponte dei suicidi…
Un altro segno della croce, forse un rosario baciato frettolosamente, e in men che non si dica il motore torna a rombare e l’autobus si lancia con brio giù per la discesa. Chiamiamo subito la fermata: o si ferma, o chissà dove ci andremo a schiantare! E comunque a bordo con questo squilibrato non ci vogliamo più stare!
Nel Regno Unito, e più in generale in tutti i paesi del Commonwealth, è ancora molto sentita la celebrazione del Remembrance Day, il giorno della memoria nato per ricordare i morti della prima guerra mondiale. Ogni anno nel mese di novembre è possibile acquistare ad ogni angolo di strada un fiore di papavero (il “poppy”) da appuntare alla giacca per ricordare i soldati morti in tutte le guerre.
Alle ore 11 della seconda domenica di novembre, l’Inghilterra si ferma per un minuto di silenzio.
È tutto molto toccante. Però, magari, esiste l’interfono: usiamolo, ecco.