Il blogghetto dello zio _dave_

Un treno chiamato scaracchio

Qualche giorno fa, mentre aspettavo il treno, arriva un gruppo di ragazzetti sbraitanti, tre maschi e tre femmine. Messi uno sopra l’altro potevano raggiungere, to’, i tre metri, tre metri e mezzo, però facevano più casino di uno zoo. E qui già mi ero messo storto. Quando arriva il treno, i tre maschi salgono, e dal finestrino salutano le loro amiche.

Sputando.

In altri frangenti mi sarebbe partita nella testa la voce di Piero Angela, a spiegarmi come il giovane maschio della specie homo — scusate ma non me la sento di aggiungerci sapiens — cerchi di ottenere l’attenzione della femmina con comportamenti che in altre specie comporterebbero, e non a torto, l’estinzione immediata.

Invece, visto che quelli continuavano a sputare e il treno stava per partire, mi sono preoccupato di cosa avrei dovuto fare se malauguratamente quelli, passando dal corteggiamento al vandalismo, avessero sputato verso di me. Poiché estrarli dal finestrino tirandoli per i capelli e scaraventandoli sotto il primo treno in transito mi sembrava una soluzione eccessivamente violenta nonché carente di stile, l’unica soluzione che restava era la sputazza preventiva, cioè che fossi io a sputare al loro indirizzo prima che lo potessero fare loro.

Alla fine non ce n’è stato bisogno.