Pazzesco come una piccola passione possa attraversare tante fasi di una vita, legandosi strada facendo a tanti eventi e a tante persone. Quante cose sarebbero cambiate se, all’indomani dell’acquisto del mio primo pc, non mi fossi recato in pellegrinaggio da Computer Discount con un po’ di risparmi e la ferma intenzione di comprare il mio primo videogioco 3d.
Quella scatola argentata, dal design tiratissimo, mi attirò subito. Era Wipeout: un gioco di corse futuristico, con astronavi a levitazione magnetica e musica elettronica d’autore… e che vuoi di più? In realtà mi ritrovai fra le mani un gioco inaspettatamente tosto, ma davvero accattivante. Poco tempo dopo dovetti comprare anche un joystick.
Dopo due anni di adrenalina e imprecazioni, appresi dell’uscita di Wipeout 2097, lussuoso seguito del primo episodio. In preda all’euforia, lo comprai via Internet insieme alla mia prima scheda di accelerazione 3d — i miei primi acquisti online. Ero un po’ teso: e se mi fregavano? e se la scheda non funzionava? Fra l’altro avrei dovuto montarla io. Quando alla fine tutto arrivò e funzionò al primo colpo, mi misi a saltare per la stanza dalla contentezza.
Con Wipeout 2097 mi sono devastato, grazie anche alla rivalità col mio amico Mik. Fra i tanti pomeriggi passati a sfidarci, ricordo particolarmente bene quella volta che ci abbassammo il record di una pista vicendevolmente per tre volte consecutive, quando in genere l’evento era rarissimo. E tutte quelle volte che ci venivamo a cercare durante l’intervallo per comunicarci le cosiddette “aristìe,” cioè i nuovi tempi “leggendari” conseguiti la sera prima.
Gli anni passarono, e fu la volta di Wipeout 3. Uscì quando mi trasferii a Pisa per l’università. Complice il passaggio dello sviluppo dalla fallita Psygnosys alla Sony, tuttavia, sarebbe stata un’esclusiva della Playstation, che io non avevo.
Una delle prime sere che ero a Pisa, prima ancora che cominciassero i corsi, uscii di casa da solo sperando di fare una partitella di straforo a Wipeout 3 in qualche negozio. Fu allora che conobbi un ragazzo, studente di Ingegneria pure lui, che stava giusto comprando l’oggetto del mio desiderio. Era una persona molto amichevole per cui cominciai a sperare che mi invitasse a casa sua per provare subito la meraviglia. Non mi invitò, ma andò meglio: andammo a cena fuori, e ancora oggi Tokai è un mio caro amico.
Ci volle ancora un annetto prima che facessi la Follia: comprarmi la Playstation 2. Non l’avrei mai fatto se non avessi saputo che di lì a poco sarebbe uscito un nuovo episodio apposta per questa piattaforma. Nel frattempo, una volta che ero a Milano per motivi che non ricordo neanche più, comprai finalmente il mitologico Wipeout 3 Special Edition, uno dei giochi più goduriosi cui abbia mai giocato, nei confronti del quale nutro ancora una sorta di sindrome di Stendhal.
Quando finalmente uscì Wipeout Fusion, invece, fu un’inattesa delusione. Lo finii giocandoci intensamente per una settimana intera, credo durante una pausa pasquale — poi non l’ho mai più toccato. Nel frattempo tanto avevo fatto che avevo conosciuto su Internet uno dei programmatori del gioco, un tizio italiano che avevo tallonato a lungo cercando di farmi menzionare nei credits, invano. Quando ero in UK per la tesi, però, ci incontrammo e in quell’occasione mi regalò una maglietta di Fusion.
Mentre ero in Inghilterra, comprai anche il NegCon, cioè il joypad per professionisti: fu il mio primo acquisto su eBay, per neanche due pound! Ma ormai la mia mente era già oltre. Sui forum di Wipeout, infatti, si parlava insistentemente della nuova versione, quel Wipeout Pure che sarebbe uscito solo per Playstation Portable. Ci sbavavo a giornate intere, insieme a tutti gli altri del forum. Chi l’avrebbe mai detto che ci avrei giocato poco dopo la sua uscita, grazie al fatto che Elisa, con la complicità del suddetto Tokai, mi avrebbe regalato gioco e PSP per la laurea, prendendola di importazione perché in Italia doveva ancora uscire? Accendere la nuova console e vedere il filmato introduttivo fu un’emozione da brividi.
Altri due anni e mezzo e arriviamo ad oggi. Sono qui tutto contento che stringo fra le mani il nuovo Wipeout Pulse.
Promette bene, però non ci gioco subito stasera. Mi sa che lo terrò incartato ancora qualche giorno, per prolungare ancora un po’ questa dolce attesa…