“Gentile redazione di Salute Mentale,
sono un giovane gallese che da poco più di un anno e mezzo vive la stressante realtà della grande metropoli. Per strada, al lavoro, sui mezzi di trasporto — incontro in continuazione gente stramba, dai comportamenti bizzarri o incomprensibili.
Sto imparando dunque ad accettare la varietà della psiche umana, e pian piano sto accettando che ci sono vari tipi di normalità.
Tuttavia, da qualche mese, ho un nuovo coinquilino italiano che mi turba. Sulle prime mi sembrava una persona a posto ed ero contento di non trovarmi in casa uno svitato qualunque. Poi però ha cominciato ad assumere dei comportamenti dai risvolti un po’ inquietanti.
Innanzitutto, se è vero che in generale è una persona silenziosa, a volte gli pigliano i cinque minuti. Quando è in bagno, lo sentiamo spesso cantare in falsetto canzoni incomprensibili. Mi è parso di riconoscere brandelli di canzoni dei Dream Theater in tutto quel farneticare strascicato, ma è impossibile da dire con certezza: di qualunque pezzo si tratti, ne esce comunque martoriato.
La sera, invece, quando è in camera sua, all’improvviso lo sentiamo imprecare e a volte tirare i pugni sul tavolo. Non vorrei trarre conclusioni affrettate ma, visto che non c’è nessuno con lui, sembra avercela — il cielo ci aiuti — col computer.
Le volte che ho più paura, però, sono senz’altro quando gli salta la connessione wireless. Esce come una furia dalla sua stanza, con gli occhi iniettati di sangue, i denti digrignati, i pugni stretti e bianchi, sibilando delle litanie che suonano come antiche maledizioni assiro-babilonesi. Lo vedo valutare con un guizzo di lucida follia la possibilità di distruggere violentemente l’access point, e trattenersi a stento; poi se ne torna nella sua tana, come una belva che decide di rimandare una sanguinosa strage.
Il punto è, gentile redazione, che ho paura. Si leggono tutte quelle cose sui giornali. Secondo voi, alla luce di quanto vi ho raccontato, questa persona ha le rotelle a posto?”