Il blogghetto dello zio _dave_

Dream within a dream

Sto guardando l’anteprima di una nuova serie televisiva. Le puntate sono quotidiane, come una soap opera, ma ogni settimana cambia ambientazione.

La prima settimana è **una sorta di sitcom **piuttosto piatta.

Nella seconda settimana i protagonisti sono delle specie di condor. Questo ciclo di puntate comincia con **un lunghissimo piano sequenza **che segue il percorso di un fiume dalla sorgente a valle, dal punto di vista del condor in volo.

Sono completamente immerso nella scena, le immagini sono vividissime, sento il vento sulla pelle. La sensazione è galvanizzante. Mi guardo intorno sghignazzando. La telecamera passa in mezzo agli alberi, continua il suo volo, io penso: “Ammazza, che fico ‘sto telefilm!”

Dopo tantissimo tempo si arriva finalmente a valle. Mi sveglio.

Mi trovo in un letto posto nel mezzo di una enorme fumetteria. La cosa mi pare curiosa ma non assurda. Penso: “Era solo un sogno, ma il telefilm lo fanno davvero!”

Poi mi sveglio di nuovo, stavolta a casa mia. Penso: “Che figata questo sogno! Il telefilm però mi sa che non lo fanno…”

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Il mio pusher di fiducia mi ha intimato di comprare un gioco che effettivamente mi piace molto.

Per curiosità mi collego ad un server multigiocatore a caso. Il gioco è famoso per il suo non essere realistico, ma qui mi ritrovo completamente immerso in un’ambientazione assolutamente indistinguibile dalla realtà.

Mi muovo in uno scenario desolante. I griefer, ovvero i giocatori vandali, hanno messo a ferro e fuoco tutto. Restano solo macerie. Ma non sono spaventato, so che è solo un gioco. Per dire, ci sono anche delle specie di **mostruosi fantasmi fossilizzati **che io, per pura curiosità, raccolgo e mi porto dietro per un pezzo, niente affatto impressionato.

(Obiettivamente, questo non è da me.)

Ad un certo punto arrivo in un’area intatta, dove sorge **una specie di piccolo centro commerciale **in cui trovo anche altre persone.

C’è una coppia che sta facendo una passeggiata mano nella mano e parlotta fitto. Penso: “**ma è posto questo **dove venire a fare un’uscita romantica?”

Giro per i negozi. Sono colpito dal realismo di tutta la simulazione. Mi chiedo cosa accadrebbe se comprassi qualcosa. Mi verrebbe recapitato a casa nella realtà? Sono tentato dal fare un acquisto.

Sono sempre più colpito da quanto è vivido ciò che vedo. Mi chiedo cosa succederebbe se toccassi un muro. Allungo una mano e la premo sulla parete. La sento ben solida sotto il palmo. Assolutamente credibile. Mi tornano in mente le parole di Leonardo Di Caprio in Inception: “È il tuo cervello che te lo fa sembrare reale”.

Quando poi mi sono svegliato, l’idea di aver fatto una considerazione simile in un sogno, mi è parsa involontariamente ironica e tragicamente comica.