Il blogghetto dello zio _dave_

Il mondo è fatto ad ascensori

E, com’è noto, c’è chi scende e c’è chi sale.

The shaft

Ma, attenzione, non al primo piano!

Spiegazione: le aule e i laboratori si trovano al primo piano, mentre gli uffici di professori e ricercatori si trovano nei piani superiori — quinto e sesto nel caso di informatica.

Già l’avete capito: in periodo di lezioni, l’ascensore era sempre occupato da studenti che facevano su e giù dal primo piano per evitarsi un’unica rampa di scale, impedendo al resto del personale di raggiungere il proprio ufficio o lasciando loro la sola prospettiva di farsi sei piani a piedi.

Soluzione: al primo piano ci vai solo se hai la carta autorizzata, bello!

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Anche se, vi dico la verità, la mia prima reazione a questa notizia era stata: sei piani di scale, e che saranno mai!

Quando poi ho visto che a vedere il numero sei ci arrivavo lingua a terra, ansimante, col giramento di testa e le gambe tremule, mi sono detto: ok, ora tu queste scale te le farai almeno una volta al giorno.

Scale di emergenza

E così è stato. Ora dopo questo strenuo allenamento arrivo su noncurante della calura e dell’effetto serra — anche se un po’ sudaticcio.

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Tornando agli ascensori, invece, devo dire che la loro inaffidabilità getta un po’ di ironico discredito sull’informatica stessa, le cui migliori menti essi dovrebbero trasportare quotidianamente.

A volte, per dire, l’ascensore si confonde e dice, a voce, un piano diverso da quello a cui è arrivato. E fin qui pazienza.

Altra cosa carina è che a volte i tasti danno feedback acustico senza che la loro pressione abbia sortito alcun effetto. Ne premi uno, senti il bip… ma l’ascensore resta fermo finché non lo premi di nuovo, un po’ più a fondo.

Pulsantiera

La cosa migliore è quando le porte non si chiudono del tutto, lasciando un paio di centimetri di spiraglio. Un cicalino fastidiosissimo comincia a suonare all’impazzata, al che persone generalmente composte sfoderano un’insospettata forza erculea e provano, fra atroci sforzi, a chiuderle a mano. Spassosissimo.

Mi sembra quasi di vederlo, il povero stagista al secondo anno di università, che nel giro di due mesi viene messo a programmare la centralina dell’ascensore, senza alcun tipo di istruzione formale a monte (“troverai tutto quello che ti serve su Google!”) e senza uno straccio di controllo di qualità a valle (“bah, sembra funzionare, ora installiamolo su tutti i nuovi modelli!”)…

Bip!