Il blogghetto dello zio _dave_

Lo stakeholder della palestra sotto casa

“E c’è anche la palestra sotto casa!” avevamo detto all’unisono al momento di elencare tutti i vantaggi della nuova abitazione – glissando ovviamente sul fatto che a noi, le palestre, non ci sono mai andate tanto a genio.

Il nuovo anno, però, insieme alla minaccia dei trent’anni e all’eredità della panza da cenone, ha portato un’improvvisa curiosità di andare a dare un’occhiata.

A dire il vero non avevamo grandi aspettative, forse per via del fatto che l’ingresso ha un’apparenza un po’ dimessa. Invece saliamo le scale e… basiti, ci rendiamo conto che quell’orrenda specie di hangar sormontata da condizionatori, di cui abbiamo delle diapositive qui e qui, è interamente occupata dalla palestra stessa. Addirittura contiene una piscina coperta! Sale, macchinari, corsi offerti, anche il bar: tutto sembra iper-professionale. Cominciamo a prendere sul serio l’ipotesi di frequentarla.

Ma il rovescio della medaglia si presenta immediatamente sotto forma di junior manager che, dotato di brava cartellina, comincia a interrogarci sugli obiettivi che ci siamo prefissati e sui risultati che vogliamo ottenere. Ci presenta un prospetto con vari profili di frequentatori: hanno nomi come performance, sono molto result oriented – e in generale si insiste molto sul discorso della perdita di peso. Una timida iconcina con un cuore, affiancata dalla parola health, ha tutta l’aria di sentirsi molto sola.

Cavoli, non ho voluto fare il consulente per non avere a che fare continuamente con questo linguaggio corporate che sopporto a fatica… ma niente: i target e le review (la palestra fa anche quelle periodicamente) mi inseguono; mancano la quality e il value e poi siamo tutti.

Come se non bastasse attuano pure una sales strategy parecchio aggressiva. Non contenti di chiedere un’iscrizione annuale, mettono fretta usando l’arma di fantomatiche promozioni con scadenza imminente, e arrivano anche a chiamarmi al telefono più volte.

Vorrei potervi dire che non mi sono arreso ma la verità è che il fisico minato da anni passati seduto alla scrivania me l’ha chiesto come favore. E quindi ora, da un paio di settimane – ci credereste? – sveglia presto e palestra mattutina. Non lo dico per vantarmi bensì come strumento motivazionale: allargo la platea con cui fare la figura di merda quando, fra pochi giorni, mi comincerà a calare bruscamente la voglia di andarci!