In un Paese in cui i musei sono gratis può succedere di vedere anche questo: che il cortile interno del prestigioso Victoria & Albert Museum venga vissuto come un parco da gente distesa a prendere il sole e da bambini che entrano ed escono dalla fontana come se fosse una piscina.
Un papà emerge dalle gallerie portando un bambino in costume a cavalcioni sulle spalle. Uno chef si aggira fra le statue con un vassoio coperto, per portare ai tavolini esterni qualche pietanza preparata alla caffetteria.
Saranno, questi, segni dei nostri tempi malati, della cultura trasformata in attrazione, di una mancanza di rispetto nei confronti delle opere che tanto sudore e fatica costarono ai nostri antenati? Oppure al contrario è un civilissimo modo di vivere nella quotidianità, con naturalezza, un’istituzione altrimenti bacucca?
Come si suol dire: ai poster l’ardua sentenza.