Col caldo che fa in questo periodo a Londra, dormire con le finestre aperte è diventata una necessità. Questo significa ovviamente gettare alle ortiche l’isolamento acustico di cui godevo grazie ai doppi vetri, e non è cosa da poco, visto che il traffico in Pentonville Road sembra essere incessante e che la nettezza urbana si diverte a passare varie volte nel cuore della notte con camion che producono i suoni più sgradevoli che si possono immaginare.
È quindi con un senso di infantile meraviglia che mi sono ritrovato a fare nuovamente esperienza del silenzio più totale nel mio appartamentino di Pisa, che già in passato aveva riservato sorprese del genere. Mi sono reso conto di quanto stia vivendo immerso nell’inquinamento acustico, ventiquattr’ore al giorno.
Per carità, Londra ha molte zone tranquille nonché aree residenziali così silenziose da sembrare disabitate, ma in linea di massima è difficile trovarle in zona 1.
Ho potuto far quindi riposare i miei timpani per una notte intera. Il giorno dopo, invece, gli operai del piano di sotto hanno voluto omaggiare la mia presenza con un concerto per archi e martello pneumatico, con gli archi molto convincenti nel ruolo dell’elemento architettonico che viene abbattuto senza pietà.