Sulla ricerca di un alloggio a Londra, pensavo di aver già appreso tutto la volta scorsa — ma all’epoca, essendo da solo, puntavo al cosiddetto flatshare, cioè in soldoni quella che da noi è “la singola in casa con altri”. In quel caso Internet era stato utile nonché sufficiente.
Stavolta invece, nel fine settimana passato a spulciare speranzosi vari siti di annunci, abbiamo sì trovato molte proposte interessanti, ma, purtroppo, per metà risulteranno essere truffe: gente che, una volta contattata per e-mail, risponde che al momento stanno facendo pratica medica in… Italia (?!) o Cina (!!) e che quindi prima di prendersi la briga di tornare per firmare il contratto vogliono un anticipo in denaro per essere sicuri della serietà dell’acquirente. Tutto questo ovviamente senza far visionare la casa prima e richiedendo i soldi tramite servizi di money transfer anonimi. Ora mi si potrà anche accusare di non essere the brightest crayon in the box, però prima di cadere a piè pari in un tranello simile, francamente, ce ne corre.
L’altra metà degli annunci sono in realtà postati da agenzie. In questo caso non si tratta di una vera e propria truffa — semmai è un po’ disonesto non qualificarsi esplicitamente in quanto tali. Inoltre, nel 90% dei casi, la casa che vedi nell’annuncio “purtroppo non è più disponibile”, ma guardacaso ne hanno sempre altre un po’ più care e un po’ più lontane da farti vedere.
Prima di gettarci fra le braccia delle agenzie, però, facciamo il disperato tentativo di mettere noi un annuncio. Di risposte ne arrivano parecchie, anche se molte di queste — ci credereste? — vengono da medical practicioners che purtroppo al momento non si trovano sul suolo patrio…